sabato 20 ottobre 2007

A proposito di cretini.

Etimologia, opere e quoziente dei credenti (e no) • C'è un bestseller che vuole farci passare (quasi) tutti per ebeti da millenni • Chissà che tipo di exit poll ha fatto

Tratto da Il Foglio del 28 marzo 2007
di Giuliano Zincone

Chrétien de Troyes, chi era costui? Il cantore di Parsifal, tra l'altro. Un cretino di nome e di fatto (par di capire) secondo Piergiorgio Odifreddi, logico/matematico e autore del bestseller "Perché non possiamo essere cristiani". La sua brillante introduzione s'intitola serenamente "Cristiani e cretini", e prende le mosse dall'etimologia.

La parola "cretino"deriva proprio da "cristiano", poiché, secondo l'Enciclopedia (1754) "cotali individui erano considerati come persone semplici e innocenti, ovvero perché, stupidi e insensati quali sono, sembrano quasi assorti nella contemplazione delle cose celesti". Del resto, aggiunge Odifreddi, lo stesso Cristo, nel Discorso della Montagna, iniziò l'elenco delle beatitudini con: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli". Dove i poveri in spirito sono (evidentemente!) i cretini. Infine, l'autore spiega che la religione dei cretini s'è molto diffusa "perché, come insegna la statistica, metà della popolazione mondiale ha un'intelligenza inferiore alla media(na)". Non riesco a capire come sia stato possibile eseguire una simile statistica. Misurando (e come, e per quanti secoli?) tutti i QI del pianeta? Esaminando campioni, come per gli exit polls? E con quali criteri si pesano, i livelli intellettuali? Chi li determina? A quali parametri debbono conformarsi? Forse a quelli scolpiti dai logici/matematici dell'occidente? E con chi fa media la media( na), se la metà risulta inferiore alla media? E se la media non fosse la maggioranza (come presumono molti cretini), che senso avrebbe disprezzare la metà del mondo? Qui s'è inceppata la mia lettura: invece d'andare avanti, mi sono impelagato in queste futili domande, cui certamente Odifreddi potrebbe rispondere con una semplice formula. A me viene in mente l'apice sublime della divulgazione scientifica, la spiegazione che Superman dava di una sua impresa, quando (meno niccianamente) si chiamava Nembo Kid: "Faccio leva con una putrella, come il famoso Archimede". Ecco, la sentenza sulla metà inferiore alla media(na) mi sembra meno limpida di quella che sfreccia( va) nel cielo di Metropolis.

Patrimoni di bellezza così poco intelligenti
Malgrado l'etimologia, poi, è ovviamente riduttivo decretare che soltanto i cristiani siano cretini. Per equità, questa condanna non può colpire esclusivamente coloro che credono alla verginità della Madonna, alla resurrezione di Cristo, all'Eucaristia, eccetera, ma anche (volterrianamente) tutti gli altri fedeli d'ogni religione, abbeverati da promesse non verificabili e, spesso, più sconcertanti di quelle contenute nel cristianesimo. Insomma: da millenni siamo (quasi) tutti cretini. Possiamo secolarizzarci, ma diventeremo politeisti: adoreremo il Denaro & il Successo, i Divi & le Dive. Possiamo marxistizzarci e costruire (come in Urss) i grotteschi musei dell'ateismo, ma persisterà il bisogno d'un qualsiasi culto: quello del Partito e del Leader, per esempio. I soldati del Führer pagano conservavano sulle pance il motto "Gott mit uns". Di quale Gott si trattava? Non di quello degli ebrei, certo. Ma un Dio risultava indispensabile perfino a Hitler, che segretamente dava la caccia al Graal, proprio come Parsifal. Nemmeno per i regimi sedicenti atei è mai scomparsa la necessità di rimandare la conquista di un Paradiso a un indomani remotissimo. Secondo Mao, la Rivoluzione si sarebbe realizzata "tra diecimila anni": una cifra che, per i cinesi, è vicina all'infinito.

Miliardi e miliardi di credenti hanno calpestato l'orbe terracqueo. Come mai? "Credo quia absurdum", predica una sentenza dedotta e/o attribuita (Tertulliano? Agostino? Due cretini, comunque). Mi sembra molto difficile negare che l'umanità abbia fame e sete di assurdo, di sogni impossibili, di sperare in una vita al di là della vita, nelle forme più diverse, dalla reincarnazione al purgatorio. E trovo piuttosto infantile schiaffare nell'inferno dei cretini tutti i geni che le religioni hanno prodotto. Quel che mi sorprende, tuttavia, non è soltanto il fatto che, nella storia dell'uomo, non sia mai esistita una società completamente atea, bensì la coincidenza dell'astrattezza presunta dei credenti (compresi gli ebeti "assorti nella contemplazione delle cose celesti") con le loro formidabili realizzazioni pratiche e visibili. Nessuno nega che singoli atei abbiano prodotto risultati eccellenti nei territori immateriali delle scienze, delle letterature e delle filosofie (spesso accollandosi l'onere della pars destruens). Ma è curioso osservare che gli imbambolati religiosi hanno costruito (quasi?) tutto ciò che abbellisce la crosta del pianeta, dalla Cappella Sistina ad Angkor Wat. Insomma: i cretini hanno lasciato tracce solidissime e patrimoni di bellezza che ancora stupiscono il mondo. Gli atei/intelligenti, invece, hanno edificato soprattutto nobili cattedrali di parole, spesso confutate dai loro posteri, spesso effimere. Ciò mi fa sospettare che i superstiziosi con le teste tra le nuvole abbiano più esperienza delle opere concrete di quanta ne abbiano alcuni cultori (materialisti?) delle logiche matematiche. I cultori, si sa, coltivano. Ma quando la coltivazione diventa un culto, finisce con l'imitare una qualsiasi religione, compresa quella dei cristiani/cretini.

Il matematico scadente


Pergiorgio Odifreddi, per noi PG, a Cuneo non si è limitato a farci tre anni di militare, ma ci è addirittura nato, cresciuto e pasciuto. Comprenderete, pertanto, facilmente, come per indole sia naturaliter predisposto ad essere uomo di mondo. Tanto è vero che, appena completati gli studi, partì per cercar fortuna in USA:
rispedito al mittente in tutta fretta, optò per l'Unione Sovietica, sua terra d'elezione, in cui chiese di farsi scaldare il cervello. Attualmente vive tra uno studio televisivo ed un altro. Da Torino, capitale di magia nera e in cui pretende persino di insegnare, si propone di dimostrare che i cristiani sono tutti dei cretini, commettendo però l'errore grossolano per un matematico di considerare postulato un elemento che è, invece, tutto da verificare: chiunque voglia dimostrare qualcosa, deve partire da ciò che è non contestabile. Pertanto, PG, per spiegare che i cristiani sono tutti dei cretini, dovrebbe prima dimostrare di non essere a sua volta un cretino. Cosa che ad oggi non gli è riuscita.

Tenteremo, allora, di venire in suo soccorso per dimostrare in maniera logica e razionale che PG non è un cretino. Sarà dura, ma è in queste situazioni che si distingue l'uomo dal caporale... pardon, il matematico dall'impertinente.